Un sistema, quello del tardo capitalismo o «tecno-capitalismo», che in una cornice di devastazione ambientale ci fa lottare tra di noi come mastini da combattimento, per risorse rese scarse dal dispositivo dell’austerità; che non è più in grado di offrire lavoro dignitoso e benessere diffuso. Come lo si può ulteriormente «governare» un siffatto sistema, senza più consenso e dall’alto di una ristretta aristocrazia del denaro? Con lo stato d’emergenza permanente, l’emegenzialismo, che tende ad assoggettare con la paura anziché emancipare con le istituzioni (che solo un ritrovato conflitto sociale è capace di produrre). Il libro nasce da uno «stupore». Ha colpito la disinvoltura con la quale il generale Figliuolo ha dismesso l’incarico all’emergenza Covid per assumere quella sull’Ucraina e poi, senza soluzione di continuità, l’alluvione in Emilia-Romagna, come se il codice narrativo e spettacolare dell’emergenza «senza fine» di volta in volta traslocasse altrove.
Salvatore Bianco è laureato in Filosofia a Napoli, con una tesi sugli sviluppi tra Cinque e Seicento del paradigma della «ragion di Stato». Attualmente è dirigente sindacale con la Fp Cgil di Bologna nell’ambito del lavoro pubblico. Si è fatto parte attiva nelle campagne referendarie in favore dell’acqua pubblica e poi contro la riforma della Costituzione voluta dal governo Renzi. Collabora assiduamente con la rivista di cultura politica «La Fionda» e scrive di politica e società su vari giornali, riviste e web magazine, tra cui «Manifesto in rete», «Sbilanciamoci», «Volere la Luna» e «Fuoricollana».
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SKU: 9791281543287
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